La meraviglia del Veneto
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Benvenuti nella città di Belluno


Belluno per la sua bellezza è chiamata

"la piccola Venezia delle montagne"

ed è il capoluogo di provincia del Veneto situato più a settentrione. Parte del suo territorio ricade nel Parco Nazionale delle Dolomiti bellunesi istituito nel 1988. Con il Monte Schiara rientra invece nel territorio dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 2009. Belluno ha dato inoltre i natali a personaggi illustri come lo scultore Andrea Brustolon definito da Honoré de Balzac "il Michelangelo del legno", il pittore Sebastiano Ricci e lo scrittore Dino Buzzati. 

Il nome

Il nome Belluno deriverebbe dalle parole celtiche belo-dunum cioè “città splendente”. Secondo  un'altra teoria invece deriverebbe dalla parola latina “bellum” (guerra)

Secondo una leggenda i Romani volevano costruire una nuova città per difendere i confini settentrionali dalle invasioni barbariche. Ma non appena finirono di tracciare il solco quadrato entro cui costruirla dal bosco sbucò un cinghiale. I romani da superstiziosi quali erano pensarono che se l’animale avesse oltrepassato il solco la nuova città sarebbe stata sfortunata. Tutti i presenti però alla vista dell’animale fuggirono, rimase un uomo da solo ad affrontarlo. Quando ricacciò il cinghiale nel bosco la gente cominciò a gridargli "Vir Bonus", da cui Virunus poi Viruno e quindi Belluno.

La tragedia del Vajont

Se si pensa a Belluno e alla sua provincia il pensiero corre subito al disastro del Vajont del 9 ottobre 1963. Una frana distaccandosi dal monte Toc precipitò nel bacino del Vajont facendolo tracimare. Una quantità enorme di acqua e fango si riversarono a valle ricoprendo alcune cittadine sottostanti, in particolare Lavarone dove si registrò il maggior numero di vittime.

Dopo vari processi  le responsabilità dei progettisti e degli enti gestori della diga sono state appurate. Gli esami da cui risultava che le caratteristiche morfologiche di quel territorio erano inadatte a farne un bacino idroelettrico erano stati infatti falsati.

Due voci di Belluno

Belluno ha dato i natali a due grandi personaggi della cultura diversissimi tra loro: il pittore seicentesco Sebastiano Ricci e lo scrittore Dino Buzzati. Tanto il primo ha avuto una vita rocambolesca e sopra le righe quanto il secondo ne ha avuto una tranquilla e senza clamori.

Le disavventure del Ricci iniziarono nel 1681 quando - dopo aver messo incinta una ragazza diciasettenne - pensò bene di avvelenarla per trarsi dall’impiccio. Il delitto non gli riuscì, ma venne ugualmente incarcerato, e solo grazie alle sue amicizie influenti riuscì ad uscire dal carcere con l’obbligo di abbandonare Belluno. Ma le sue peripezie non erano ancora finite, infatti si innamorò della bellissima figlia di un altro pittore e con lei scappò a Torino. I due vissero come una normale coppia, fino a quando una parente della ragazza  non fece imprigionare il pittore. Anche questa volta Ricci riuscì a salvarsi grazie ad un’altra conoscenza altolocata, ma dovette abbandonare anche Torino. Per fortuna la bellezza dei suoi quadri riesce a far dimenticare le colpe dell’uomo che li ha dipinti.

Anche Buzzati a Belluno c’è vissuto poco, seppure per motivi meno rocamboleschi. Nonostante la lontananza però portò sempre nel cuore le montagne bellunesi. Passeggiate, arrampicate, discese con gli sci erano per lui esperienze irrinunciabili.

Da buon “montanaro” però concepiva la montagna come luogo da “vivere” e non come “prodotto” da sfruttare il più possibile. Non a caso sostenne la necessità di salvare le Tre Cime di Lavaredo dalle macchine. Perché le Dolomiti resteranno una ricchezza per l’Italia solo mantenendone incontaminata la natura.

“Per capirle, le Dolomiti (…) Bastano i sentieri. Entrare, avventurarsi un poco fra le crode, toccarle, ascoltarne i silenzi, sentirne la misteriosa vita”.

Ad affascinare lo scrittore era soprattutto la Gusela del Vescovà (l’Ago del Vescovo), una montagna del gruppo dello Schiara. Una particolarissima ed ardita guglia unica dalla cui cima poteva ammirare le altre cime dolomitiche e la valle di Belluno. D’altronde Buzzati aveva sempre sostenuto che

“l’incanto di Belluno e della sua valle è dato dall’incontro tra il mondo di Venezia con le sue architetture inconfondibili e il mondo del nord con le montagne misteriose, i lunghi inverni e le favole”. 

Le montagne più belle del mondo

Il territorio di Belluno è una terra di silenzi infiniti e di bellissime leggende. Ve ne raccontiamo una sulla nascita delle Dolomiti. Dio dopo aver creato l’Universo scese sulla Terra per ammirare la sua opera. Visitò tutti i Paesi e lasciò l'Italia per ultima. La penisola era molto bella, ma anche molto fragile, perciò per proteggerla la circondò per tre parti dal mare e a nord la cinse con una corona di montagne.

Anche se le Alpi erano belle Dio non era del tutto soddisfatto, voleva creare qualcosa di ancora più bello e maestoso. Così cominciò a creare delle montagne con la dolomia. Una roccia che si colora di rosa quando viene colpita dal Sole e d’argento quando viene illuminata dalla Luna. Creò delle montagne frastagliate, appuntite, piene di guglie e le chiamò Dolomiti.

Adesso sì che era soddisfatto! Ma dopo aver tanto lavorato era anche molto stanco e decise di riposarsi un po’. Ma ovunque guardava vedeva montagne troppo appuntite per potervisi riposare. Perciò con l’ultima dolomia che aveva in mano creò una montagna a forma di sedia su cui poté riposare tranquillamente. Al mattino voleva darle la stessa forma delle altre montagne, ma poi penso che era bellissima anche in quel modo, e la lasciò con la sua forma particolare. In questo modo gli uomini potevano ricordarsi che lì si era seduto Dio e lo avrebbero pregato. Quella montagna è il Monte Pelmo dai Veneti chiamato appunto "el  Caregon de l'Padreterno".

Dal 2009 le Dolomiti sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. In effetti il nome Dolomiti deriva da quello del naturalista francese Déodat de Dolomieu. Il primo a studiare la dolomia, la roccia prevalente in questi territori costituita da carbonato doppio di calcio e magnesio.

 

 Sito web del comune di Belluno: http://www.comune.belluno.it/web/belluno.

 Altitudine del Comune: 383 m slm (zona: 1)

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