La meraviglia del Veneto
  • english

La leggenda del pastore del Monte Cristallo


 

Sul Monte Cristallo una volta c’era un castello abitato da una bellissima principessa. Molti principi andavano a chiederla in sposa, ma nessuno riusciva a superare la prova che la principessa imponeva loro: raccontarle una storia verosimile su di lei,  che lei però non conoscesse.

Molti principi avevano provato a raccontarle una storia, ma le sue domande e i suoi intensi occhi azzurri li confondevano e li facevano cadere in contraddizione. Un giorno la principessa ascoltò una bella canzone cantata dal matto Bertoldo, e così volle dare anche a lui la possibilità di raccontarle una storia.

Bertoldo raccontò che prima si viveva tutti nel paese dei beati, senza sapere di dover poi venire a vivere sulla terra. Lui era un pastore anche lì, e la principessa era anche lì una principessa. Un giorno un angelo disse loro che sarebbero venuti a vivere sulla terra, e poiché Bertoldo e la principessa erano stati gli unici a comportarsi sempre bene vennero premiatiPotevano esprimere un desiderio ciascuno e sarebbe stato realizzato.

Bertoldo desiderò che la principessa conservasse anche sulla terra i suoi bellissimi occhi. La principessa desiderò che il più grande desiderio espresso da Bertoldo sulla Terra si realizzasse. Il desiderio di Bertoldo si era avverato, la principessa aveva infatti conservato i suoi bellissimi occhi, ma Bertoldo non sapeva dire se il desiderio della principessa si fosse realizzato.

Poiché il racconto era finito venne chiesto a Bertoldo come mai lui fosse l’unico a ricordare di aver vissuto nel paese dei beati.  Rispose che ci si ricordava di aver vissuto in quel paese solo rivedendo l’ultima cosa che si era vista quando si era lì.

Bertoldo come ultima cosa aveva visto gli occhi della principessa, perciò rivedendola aveva ricordato tutto. Nessuno riuscì a farlo cadere in contraddizione e la principessa lo sposò perché aveva superato la sua prova. Il nome di Bertoldo è rimasto quindi legato al Monte Cristallo, non a caso gli ampezzani lo chiamano anche Croda de Bertoldo (Rupe di Bertoldo).