La meraviglia del Veneto

Ombre e cicchetti


Se vi trovate a Venezia e qualcuno vi dice “Andémo béver un'ombra”, non vi preoccupate non vi ha fatto alcun invito strano, semplicemente vi ha chiesto di andare a bere un bicchiere di vino.

L’espressione risale al quattordicesimo secolo quando rigattieri, speziali ed osti montavano le loro bancarelle intorno al campanile di San Marco, e poiché vi era la necessità di tenere all’ombra il vino gli osti spostavano le loro bancarelle quando si spostava il sole. Perciò l’espressione “Andémo béver all’ombra” venne pian piano storpiata in “Andémo béver un'ombra”.

L’ideale è accompagnare l’ombra con un cicchetto. Il termine cicchetto deriva dal latino ciccus ed indica delle piccole quantità, quindi in questo caso piccole quantità di cibo, degli assaggini a base di pesce, carne o anche verdure: crostini di polenta con baccalà mantecato, alici marinate, sarde in saor, polpette di alici, alici fritte al momento e tanto altro.

Molto spesso i cicchetti venivano consumati nei bacari, delle osterie dove non si serviva un pasto completo, perché questi locali erano per lo più frequentati da persone che non potevano permettersi un pasto completo. Dai bacari si distinguevano i “Frittoin”, locali piccolissimi dove si serviva il pesce fritto in fogli di carta arrotolati a formare dei coni. In questi locali però non si poteva servire da bere  perciò dopo aver mangiato il pesce fritto ci si andava a bere un’ombretta in un bacaro. Per fortuna i bacari sono stati riscoperti per la felicità sia dei veneziani, sia dei tanti turisti.