La meraviglia del Veneto
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Monte Pasubio


Il Monte Pasubio è un massiccio in parte carbonatico e in parte dolomitico e calcareo situato tra le province di Vicenza e Trento.

Le pendici sul fronte veneto hanno carattere dolomitico con guglie, forre e gole. Intorno ai 2000 metri si apre invece un altipiano fatto di crinali ed ampie conche prative. Cima Palon (2239 m) è la sua cima più alta.

Poiché il massiccio è stato teatro di cruenti combattimenti durante la Prima guerra mondiale un decreto regio del 1922 lo ha riconosciuto come Zona Sacra. I segni della Guerra sono ancora evidenti con  crateri,  trincee e  camminamenti.

Anche la fitta rete di sentieri che lo attraversa è stata realizzata durante la Grande Guerra, sfruttando i sentieri utilizzati dai pastori. Le principali vie di accesso al Pasubio sono tre:

- La strada degli Eroi che dal Pian delle Fugazze (1.162 s.l.m.) sbocca alle Porte del Pasubio (1.918 s.l.m.);

- La strada degli Scarubbi che dal Ponte Verde (901 s.l.m.), attraverso Colle Xomo (1.058 s.l.m.) e Bocchetta di Campigli arriva fino a Porte del Pasubio.

- La Strada delle 52 Gallerie, una delle maggiori opere belliche della Prima Guerra Mondiale. Era una mulattiera che permetteva il collegamento fra la base del monte e la zona alta al riparo dal tiro austriaco e in ogni stagione dell'anno.

E’ un vero e proprio capolavoro di ingegneria militare soprattutto se si considerano le condizioni in cui fu costruita. Fu iniziata nel Febbraio del 1917 e completata nel mese di Novembre dello stesso anno. E’ lunga 6,5 km e presenta un dislivello di 800 metri.

Un'altra importante opera bellica del Pasubio fu il sistema sotterraneo dei due Denti. Due speroni rocciosi di circa 2200 metri posti l'uno di fronte all'altro e divisi da una selletta. Il dente meridionale venne fortificato dagli italiani e quello settentrionale dagli austriaci. Al loro interno vennero scavati ricoveri, postazioni d'artiglieria e feritoie.

Nell'inverno 1917-18 furono teatro di una guerra denominata "guerra delle mine", in quanto entrambe le parti progettavano di far saltare con l'esplosivo le postazioni nemiche. Le gallerie austro-ungariche hanno un andamento lineare, mentre quelle italiane sono contorte e intricate, forse perché furono scavate come gallerie di contromina. Nel marzo 1918 una mina austriaca squarciò l'avamposto del Dente Italiano.

Il massiccio del Pasubio presenta numerose guglie e vaji. Alcuni di questi rilievi - il Soglio d'Uderle, il Soglio Rosso ed il Campanile Fontana d'oro - hanno suscitato interesse negli alpinisti fin da quando negli anni Venti del Novecento i vicentini Bortolan e Padovan scalarono la linea di camini sulla grande parete del Soglio Rosso.

 

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